Gli interventi di Pier Giorgio Pinna

Nuovo ricorso delle associazioni ambientaliste

Nuovo ricorso delle associazioni ambientaliste sui lavori di mitigazione rischio frana sulle falesie di punta giglio

Le Associazioni Italia Nostra Sardegna, Punta Giglio Libera – Ridiamo Vita al Parco, Earth Gardeners, Siamo Tutti Importanti hanno inviato al Ministero dell’Ambiente e all’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente un nuovo esposto relativo al progetto dei “Lavori di mitigazione Rischio frana sulle falesie di Punta Giglio nel comune di Alghero”, nel quale vengono segnalate le numerose incongruenze emerse dall’esame degli elaborati tecnici acquisiti solo di recente, a seguito di una formale richiesta di accesso agli atti.

In particolare si fa presente che le dettagliate prescrizioni di tutela del bene naturale dettate con due distinti pareri dal Ministero e dalla Regione in merito alle modalità di esecuzione dei lavori (l’obbligo di recupero dei materiali rocciosi disgaggiati e abbattuti per impedirne il deposito nei fondali marini, l’imposizione di speciali precauzioni per evitare il coinvolgimento dell’ambiente acqueo prospiciente le falesie, l’adozione di particolari misure a protezione della componente naturalistica) risultano sostanzialmente ignorate. Dall’esame della documentazione emerge, infatti, che esse non solo non sono state recepite in sede progettuale ma in più punti sono anzi contraddette dalle previsioni degli elaborati tecnici.

È evidente d’altra parte che, considerate la tipologia degli interventi, da compiere essenzialmente in ambiente subaereo, nonché le peculiarità geologiche di una falesia viva, in costante evoluzione, il rispetto delle misure imposte con le Autorizzazioni non può che comportare, nell’ambito esecutivo, inevitabili se non insormontabili difficoltà operative. Da ciò dovrebbe scaturire l’obbligo di un’esplicita menzione delle stesse prescrizioni all’interno dei patti contrattuali in modo da evitarne l’elusione e prevenire assai probabili contenziosi. Al contrario l’omesso computo dei relativi oneri aggiuntivi comporterebbe un’imponderabile lievitazione dei prezzi difficilmente gestibile nel corso dei lavori, specie se si considera l’entità del ribasso di aggiudicazione della gara risultato pari al 34,62%.

Si fa inoltre presente che a detta degli stessi progettisti e soprattutto a detta del Servizio distrettuale idrografico regionale (ADIS), la finalità progettuale della mitigazione del rischio non sarebbe conseguibile a fine lavori a causa della natura stessa della falesia e per la molteplicità delle linee di frattura e dei potenziali punti di distacco. I fenomeni evolutivi di una falesia “viva” non sono infatti per loro stessa natura prevedibili con sufficienti margini di sicurezza. Non sussiste dunque alcuna garanzia che a lavori ultimati possa essere rivista la classificazione Hg4 (alta pericolosità di frana) imposta dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), né che sia rimossa l’interdizione alla navigazione nella fascia dei 200 mt disposta nel 2015 dalla Capitaneria di Porto. La soluzione più efficace e non impattante non può che essere quella dell’Opzione Zero ovvero la scelta della “non interferenza” con i fenomeni naturali in atto, conservando le misure di sicurezza che di fatto azzerano il rischio.

Le Associazioni rilevano che, seppure in assenza di simulazioni degli effetti degli interventi, le tavole di progetto dimostrano in modo inequivoco che le caratteristiche morfologiche, l’aspetto esteriore e l’immagine stessa della falesia non potrebbero che risultare profondamente compromessi dalle demolizioni, dalle reti di protezione, dai tiranti e dalle funi metalliche. In altri termini a lavori ultimati la falesia risulterebbe irreversibilmente “sfregiata”, senza che la comunità possa peraltro averne alcun beneficio. Le Associazioni sottolineano infine i gravi deficit decisionali determinati dall’autoreferenzialità del management dell’Ente Parco e resi manifesti dall’omesso coinvolgimento dei portatori di interesse nel procedimento amministrativo, dall’assenza di un’adeguata informazione all’Assemblea del Parco, dal mancato riconoscimento del ruolo della Commissione di Riserva dell’Area Marina Protetta, che avrebbe dovuto assumere un ruolo rilevante nella valutazione di un progetto che ha come fulcro la gestione dell’ambiente marino, e che invece non è stata neppure consultata.

Lì 14 novembre 2023

Dal blog di Italia Nostra Sardegna è possibile visionare e scaricare il documento inviato al Ministero dell’Ambiente e al Servizio VIA della Regione Sardegna. http://italianostrasardegna.blogspot.com/2023/11/lavori-di-mitigazione-rischio-frana.html


Gli interventi di Pier Giorgio Pinna

Punta Giglio l’accantieramento sulla cisterna tutelata

Alghero, falesia di Punta Giglio, l’accantieramento sulla cisterna tutelata

Le associazioni Punta Giglio Libera – Ridiamo vita al ParcoEarth GardenersItalia Nostra (Sez. Sassari)LIPU-BirdLife ItaliaGruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), con il sostegno di ANS -Assemblea Natzionale SardaASCE – Associazione Sarda contro l’EmarginazioneComitato Ambiente SassariComitato Parco Nord Ovest della SardegnaSa Domo de TotusSardenya i LlibertatSiamo Tutti Importanti Sassari, hanno inoltrato (2 novembre 2023) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti in relazione all’assurda previsione di realizzazione del “campo base di cantiere” (area di accantieramento) dei “Lavori  di  mitigazione  del  rischio  frana  in  falesia  Punta Giglio  nel  Comune  di  Alghero” sulla c.d. cisterna, con vespaio di captazione delle acque meteoriche a servizio della dismessa Batteria costiera SR 413, bene tutelato con vincolo culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., individuato con D.M. 14 dicembre 2010).

Coinvolti i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari, il Comune di Alghero, l’Azienda speciale di gestione del Parco naturale regionale di Porto Conte, la Regione autonoma della Sardegna, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale.

Il progetto definitivo approvato nel 2022, afferma di avere quale obiettivo la mitigazione del rischio di frana e di erosione, sebbene riconosca che il fenomeno naturale è inarrestabile: attualmente circa 8 ettari di mare sotto la falesia, per una lunghezza di circa 400 metri, sono interdetti dall’ordinanza n. 51/2015 del 23 ottobre 2015 dall’Ufficio circondariale marittimo di Alghero per il rischio di caduta massi.

Con determinazione Azienda speciale di gestione del Parco naturale regionale di Porto Conte n. 448 dell’1 settembre  2023  è stato approvato il progetto esecutivo, che, incredibilmente, prevede (Elaborato 13 – Piano di sicurezza e coordinamento) la realizzazione del “campo base di cantiere” (area di accantieramento) sopra la cisterna a servizio della dismessa Batteria costiera SR 413.

E’ un bene culturale, che ben difficilmente reggerebbe al peso di tonnellate di materiale lì depositate.

Un progetto che prevede interventi su un’area di grandissimo rilievo naturalistico e ambientale, sul quale sono già state registrate preoccupanti criticità ecologiche (la sparizione della colonia nidificante di Gabbiano corso, una delle più importanti per questo spicchio di Mediterraneo), forti critiche da parte di ricercatori e docenti universitari e decisa contestazione da parte di associazioni, comitati ambientalisti, decine di migliaia di persone a causa di un progetto tutt’altro che unanimemente visto come necessario.

Arriverà finalmente un sussulto di buon senso per Punta Giglio?