APS Punta Giglio Libera

APS Punta Giglio Libera

Presentazione

L’associazione Punta Giglio LiberaRidiamo vita al Parco prosegue l’attività del Comitato Punta Giglio Libera.

Il comitato spontaneo «Punta Giglio Libera» si è formato nel febbraio 2021 per difendere il sito naturalistico di Punta Giglio: un Bene Comune di eccezionale valore, parte integrante del Parco Naturale Regionale di Porto Conte (Alghero – Sardegna), dove sono in corso i lavori di «restauro e rifunzionalizzazione» della ex batteria SR 413 in una struttura ricettiva (20 posti letto in 7 camere fornite di servizi, un ristorante di 80 coperti e una piscina). La terra è stata scavata per 3,7 Km (con asportazione di tonnellate di preziosa pietra calcarea risalente al mesozoico) durante il periodo di nidificazione degli uccelli e molte piante sono state divelte, nonostante l’area sia protetta come Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS).

Le ragioni della protesta

Il Comitato si impegna a contrastare la realizzazione di questo progetto, chiedendo che vengano rispettate rigorosamente tutte le norme e le procedure di legge previste dai piani paesaggistici in vigore per tutta l’area, e quelle specifiche di tutela per il sito, classificato all’interno della Rete Natura 2000. Il Comitato ritiene che l’iter autorizzativo del progetto contenga numerose incongruenze e anomalie, che sono state ripetutamente segnalate a tutti gli enti interessati. Un intervento come quello in atto comporta l’insediamento di una struttura turistico-ricettiva in una sottozona H3 di salvaguardia assoluta e G2 parchi urbani e comprensoriali. Si tratta quindi di una modifica sostanziale della destinazione d’uso, che avrebbe richiesto un iter procedurale ben diverso, attraverso la consultazione della comunità, delle associazioni ambientaliste e dei portatori di interesse.

Con questo progetto, di fatto si privatizza un Bene Comune di inestimabile valore che appartiene alla collettività, un vero e proprio ecosistema in cui specie animali e vegetali (endemismi compresi) convivono con i resti di edifici militari della Seconda Guerra Mondiale, censiti come Beni Culturali. Le successive modifiche al progetto originario, che introducono la “musealizzazione” del sito, non servono a sanare l’incompatibilità di fondo tra l’uso collettivo rispettoso delle norme di tutela e l’uso privato a fini speculativi.

La nostra proposta alternativa

Il Comitato, oltre a contrastare in modo fermo il progetto della struttura turistico-ricettiva a Punta Giglio, ha chiarito di non essere chiuso a possibili soluzioni alternative: siamo più che favorevoli a un restauro conservativo delle strutture militari che porti alla realizzazione di un vero museo storico. Rimaniamo nettamente contrari ad una “rifunzionalizzazione” che trasforma un bene storico-culturale in un ristorante-albergo con piscina.

Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, è bene ricordare che Punta Giglio era già, dall’istituzione del Parco, un ottimo modello di gestione: area tutelata, ma aperta alla fruizione della collettività, con innumerevoli attività di ogni genere: visita libera, escursioni guidate, eventi culturali, con conseguente generazione di attività economica sia per l’Ente Parco che per i numerosi operatori. E questo, con il minimo impatto ambientale, senza la necessità di creare nuove infrastrutture. Si sarebbe potuto potenziare questo modello, restaurando la Ex-batteria per valorizzarla come bene museale, ripristinando i manufatti e gli oggetti della vita militare, raccontandone la storia attraverso pannelli informativi, prevedendo percorsi didattici e culturali. Per le strutture ricettive, invece, si sarebbe potuto far riferimento ai numerosi immobili non utilizzati situati nelle borgate poco distanti dal sito.

Un esempio virtuoso di restauro e rifunzionalizzazione è stato realizzato nella Batteria Talmone di Palau.

Cosa ha fatto il comitato

Il Comitato ha raccolto tutta la documentazione relativa alla vicenda e ha basato la sua azione non su opinioni, ma sulla realtà documentale e su fatti di cui si ha un riscontro oggettivo. Ha promosso azioni di informazione e sensibilizzazione, ha attuato diverse forme di protesta pacifica, intraprendendo anche azioni legali.

Ha organizzato nella città di Alghero, nel sito di Punta Giglio e davanti alle sedi di diverse Istituzioni sit-in informativi, con raccolta firme, cortei e presìdi, e tutto ciò che è stato necessario per tenere alta l’attenzione sulla vicenda.

Inoltre, ha portato avanti azioni legali: inizialmente con un esposto alla Procura della Repubblica, e successivamente con denunce a più livelli, per sostenere le quali ha promosso un crowdfunding.

Da un nucleo iniziale di circa trenta persone è passato al Comitato a cui hanno subito aderito in centinaia, mentre a migliaia hanno espresso la loro ferma opposizione al progetto attraverso le firme cartacee (circa 6000) e la petizione online.