Petizione contro l’ingiustificata manomissione della falesia di Punta Giglio deliberata dal Parco di Porto Conte con il progetto Lavori di mitigazione rischio frana in falesie Punta Giglio nel Comune di Alghero, previsti all’interno dei siti Natura 2000 ZPS ITB013044 e ZSC ITB010042 “Capo Caccia (con le isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio”

Salviamo la falesia di Punta Giglio e le specie che la abitano come bene naturale comune Opponiamoci a un’opera inutile, ingiustificata e dannosa. Evitiamo lo sperpero e rivendichiamo il proficuo impiego del finanziamento pubblico. Proteggiamo la biodiversità. Firmiamo la petizione per dire no alla “messa in sicurezza” della falesia di PUNTA GIGLIO.


Il Parco Naturale Regionale di Porto Conte ad Alghero, fortemente voluto dalla popolazione, è stato faticosamente difeso nel corso degli anni da innumerevoli mire speculative che ne avrebbero compromesso irrimediabilmente l’eccezionale patrimonio di biodiversità. ( www.puntagigliolibera.org )

Nel Parco esiste una zona protetta dalla legislazione italiana ed europea. Proprio in quest’area insiste la falesia di Punta Giglio che, per la presenza di habitat e specie botaniche e faunistiche d’interesse comunitario, è tutelata da un vincolo di conservazione integrale sancito dalla designazione di una Zona di Protezione Speciale (ZPS) e di una Zona Speciale di Conservazione (ZSC), entrambe inserite nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea ai sensi della Direttiva Uccelli e della Direttiva Habitat.

L’Azienda Speciale Parco di Porto Conte, d’intesa con altre istituzioni, ha varato un progetto sciagurato: “mettere in sicurezza” la falesia di Punta Giglio per poi posizionare tutt’intorno al promontorio 15 boe per l’attracco di “unità nautiche” per immersioni e altri “mezzi di trasporto collettivo”.

S’interverrà ingabbiando, trapanando, inserendo perni e facendo crollare parti della parete, estirpando tratti di vegetazione, posizionando ancoraggi e boe su fondali marini con colonie di coralli e campi di posidonia.
I lavori di “messa in sicurezza” di un habitat naturale sono giustificabili solo laddove attività
preesistenti, già avviate e frequentate, rendano necessario garantire l’incolumità di beni e persone.
Ma non è questo il caso: i lavori di “messa in sicurezza” sono stati decisi e motivati solo strumentalmente proprio per consentire nuove possibilità di approdo per nuove occasioni di sfruttamento turistico dello specchio di mare sottostante, delle coste e delle pareti rocciose. I lavori previsti sono in contrasto, come da più parti riconosciuto, con “un fondamentale approccio di sostenibilità ambientale e di adattività allo svolgersi dei processi naturali” e sono stati decisi al solo scopo di implementare la funzione turistica senza peraltro escludere il pericolo.

Ancora una volta si sperpera danaro pubblico per un’opera inutile, infatti, anche con le manomissioni previste, non esisterebbe la certezza di garantire la totale sicurezza alla base del promontorio. È invece vigente un divieto di navigazione entro i 200 metri dalla scogliera che per diversi decenni ha sempre garantito una situazione di sicurezza e che non ha mai pregiudicato la fruizione consapevole delle bellezze del mare e lo sviluppo del turismo.

Gli interventi invasivi, peraltro da manutenere periodicamente, cambierebbero lo stato naturale del sito, compromettendo irrimediabilmente l’habitat naturale per la nidificazione e la sosta delle specie protette, migratorie e stanziali, in un’area dove gli unici interventi di mitigazione consentiti sono quelli relativi alla necessità di preservare la conservazione dei luoghi.

Facciamo rispettare le norme che già esigono la tutela del bene naturale e non giustificano questo tipo di interventi. Per la vigente normativa nazionale ed europea, recentemente rafforzata, non è consentito modificare o rimodellare, ma solo rigorosamente conservare e preservare nel suo equilibrio la falesia di Punta Giglio.

Dal 10 agosto, giorno in cui abbiamo lanciato la petizione, i firmatari sono più di trentamila.

Raccogliamo sempre anche i loro commenti, che ci spronano e incoraggiano nella nostra azione di resistenza e ribellione alle arroganti azioni e parole di chi dirige l’azienda parco, come se Punta Giglio e il Parco di Porto Conte fossero di sua proprietà.


Firma la petizione al seguente link:

https://chng.it/MrFMfVYsSb