La scienza viene in soccorso alla falesia di Punta Giglio

La scienza viene in soccorso alla falesia di Punta Giglio

La scienza viene in soccorso alla falesia di Punta Giglio: in allegato la risoluzione che è stata discussa e approvata all’unanimità dai partecipanti al XXI Convegno italiano di ornitologia, organizzato dal CISO – Centro italiano studi ornitologici, dall’Università dell’Insubria di Varese e dal GIO – Gruppo insubrico di ornitologia e tenuto a Varese dal 5 al 9 settembre 2023


La scienza viene in soccorso alla falesia di Punta Giglio

Salviamo la falesia di Punta Giglio

Petizione contro l’ingiustificata manomissione della falesia di Punta Giglio deliberata dal Parco di Porto Conte con il progetto Lavori di mitigazione rischio frana in falesie Punta Giglio nel Comune di Alghero, previsti all’interno dei siti Natura 2000 ZPS ITB013044 e ZSC ITB010042 “Capo Caccia (con le isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio”

Salviamo la falesia di Punta Giglio e le specie che la abitano come bene naturale comune Opponiamoci a un’opera inutile, ingiustificata e dannosa. Evitiamo lo sperpero e rivendichiamo il proficuo impiego del finanziamento pubblico. Proteggiamo la biodiversità. Firmiamo la petizione per dire no alla “messa in sicurezza” della falesia di PUNTA GIGLIO.


Il Parco Naturale Regionale di Porto Conte ad Alghero, fortemente voluto dalla popolazione, è stato faticosamente difeso nel corso degli anni da innumerevoli mire speculative che ne avrebbero compromesso irrimediabilmente l’eccezionale patrimonio di biodiversità. ( www.puntagigliolibera.org )

Nel Parco esiste una zona protetta dalla legislazione italiana ed europea. Proprio in quest’area insiste la falesia di Punta Giglio che, per la presenza di habitat e specie botaniche e faunistiche d’interesse comunitario, è tutelata da un vincolo di conservazione integrale sancito dalla designazione di una Zona di Protezione Speciale (ZPS) e di una Zona Speciale di Conservazione (ZSC), entrambe inserite nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea ai sensi della Direttiva Uccelli e della Direttiva Habitat.

L’Azienda Speciale Parco di Porto Conte, d’intesa con altre istituzioni, ha varato un progetto sciagurato: “mettere in sicurezza” la falesia di Punta Giglio per poi posizionare tutt’intorno al promontorio 15 boe per l’attracco di “unità nautiche” per immersioni e altri “mezzi di trasporto collettivo”.

S’interverrà ingabbiando, trapanando, inserendo perni e facendo crollare parti della parete, estirpando tratti di vegetazione, posizionando ancoraggi e boe su fondali marini con colonie di coralli e campi di posidonia.
I lavori di “messa in sicurezza” di un habitat naturale sono giustificabili solo laddove attività
preesistenti, già avviate e frequentate, rendano necessario garantire l’incolumità di beni e persone.
Ma non è questo il caso: i lavori di “messa in sicurezza” sono stati decisi e motivati solo strumentalmente proprio per consentire nuove possibilità di approdo per nuove occasioni di sfruttamento turistico dello specchio di mare sottostante, delle coste e delle pareti rocciose. I lavori previsti sono in contrasto, come da più parti riconosciuto, con “un fondamentale approccio di sostenibilità ambientale e di adattività allo svolgersi dei processi naturali” e sono stati decisi al solo scopo di implementare la funzione turistica senza peraltro escludere il pericolo.

Ancora una volta si sperpera danaro pubblico per un’opera inutile, infatti, anche con le manomissioni previste, non esisterebbe la certezza di garantire la totale sicurezza alla base del promontorio. È invece vigente un divieto di navigazione entro i 200 metri dalla scogliera che per diversi decenni ha sempre garantito una situazione di sicurezza e che non ha mai pregiudicato la fruizione consapevole delle bellezze del mare e lo sviluppo del turismo.

Gli interventi invasivi, peraltro da manutenere periodicamente, cambierebbero lo stato naturale del sito, compromettendo irrimediabilmente l’habitat naturale per la nidificazione e la sosta delle specie protette, migratorie e stanziali, in un’area dove gli unici interventi di mitigazione consentiti sono quelli relativi alla necessità di preservare la conservazione dei luoghi.

Facciamo rispettare le norme che già esigono la tutela del bene naturale e non giustificano questo tipo di interventi. Per la vigente normativa nazionale ed europea, recentemente rafforzata, non è consentito modificare o rimodellare, ma solo rigorosamente conservare e preservare nel suo equilibrio la falesia di Punta Giglio.

Dal 10 agosto, giorno in cui abbiamo lanciato la petizione, i firmatari sono più di trentamila.

Raccogliamo sempre anche i loro commenti, che ci spronano e incoraggiano nella nostra azione di resistenza e ribellione alle arroganti azioni e parole di chi dirige l’azienda parco, come se Punta Giglio e il Parco di Porto Conte fossero di sua proprietà.


Firma la petizione al seguente link:

https://chng.it/MrFMfVYsSb

La scienza viene in soccorso alla falesia di Punta Giglio

La storia di Punta Giglio durante la seconda guerra mondiale

Venerdì 28 luglio, a Santa Maria la Palma, Ignazio Chessa de Lo Teatrì ha interpretato il bel monologo scritto da Roberto Barbieri sulla storia di Punta Giglio durante la seconda guerra mondiale. Rappresentazione emozionante che ci ha ricordato quanto importante è quel luogo per gli algheresi (e per tutti quelli che difendono i diritti degli habitat) e quanto è ingiusto che non venga tutelato e protetto come merita. La platea ha ospitato circa 200 persone, il cortile del Centro di Aggregazione Sociale dell’Associazione Impegno Rurale, che ci ha  ospitato e che ringraziamo ancora, era affollato da un pubblico attento e coinvolto. Bravissimo Ignazio Chessa e bravissimo Roberto Bilardi.

La scienza viene in soccorso alla falesia di Punta Giglio

Maremosso Golfo Aranci

Gentilissime/i attiviste/i di Maremosso Golfo Aranci, sono Elena Pittau, presidente dell’Associazione Punta Giglio Libera – Ridiamo Vita al Parco e vi scrivo a nome del direttivo della nostra associazione.

Ricorderete che tramite il nostro vicepresidente, Joan Oliva (già presidente del Comitato Punta Giglio Libera), nel marzo 2021 avevamo avuto un contatto nel quale ci eravamo espressi reciproca solidarietà sulle nostre lotte che ancora continuano e, purtroppo, per il momento, con scarsi risultati. In queste ultime settimane il nostro amico e socio Francesco Guillot ci ha informato del puntuale coinvolgimento che la Lipu ha avuto da parte del vostro Comitato.

Prima di tutto ci tenevamo a riaffermare la nostra adesione ed il plauso per le iniziative che state portando avanti. Assistiamo in modo sempre più pressante ad attacchi al nostro territorio con il continuo tentativo di sottrarre le sue zone più belle all’uso comune, con azioni speculative. Anche per Punta Giglio le protezioni previste non sono state sufficienti a evitare un intervento che minaccia giorno dopo giorno la salvaguardia delle specie stanziali e migranti a causa del carico antropico che l’attività “autorizzata” conduce.

A Punta Giglio gli sfacciati occupanti, protetti dalle famose 14 autorizzazioni, agiscono senza alcun controllo da parte di chi dovrebbe verificare che le prescrizioni suggerite dall’ISPRA vengano rispettate: nessun controllo sul livello di illuminazione notturna, sui rumori serali, sul numero di avventori, sull’introduzione di animali domestici. La falesia è diventata terra di nessuno o di troppi e questo con la connivenza dell’Ente Parco che dovrebbe essere il garante del rispetto delle regole.

La vostra lotta contro l’ultimo oltraggio, il progetto per il semaforo di Capo Figari, avrà tutto il nostro sostegno, che intanto inizia con l’invito ai nostri 116 soci di firmare la petizione.

Indichiamo, per indurre alla firma, il link https://www.change.org/p/salviamo-capo-figari sulle pagine social che vengono normalmente lette dai gruppi locali che hanno fin dall’inizio sostenuto il Comitato ALGHERO PER PUNTA GIGLIO, recentemente rafforzato con la trasformazione in Associazione.

Parteciperemo inoltre a tutte le iniziative che tenderanno a pubblicizzare l’opposizione a quella che viene definita “valorizzazione”, mentre è palese che si tratta di speculazione di società privata.

Siamo convinti che sia importante rafforzare le nostre proteste e lotte tenendo un collegamento e organizzando azioni comuni fra tutte le diverse realtà sociali che hanno coscienza dell’attacco sistematico che il nostro patrimonio sta subendo.

Basta con la bugia della ri-valorizzazione, l’unica cosa che questi progetti valorizzano è il profitto dei privati che fanno scempio dei nostri territori.

La scienza viene in soccorso alla falesia di Punta Giglio

Le contraddizioni: letterina ad un amico confuso

Caro Paolo, la sorte ha destinato me, te e molti altri a lavorare per lungo tempo con la materia che Martin Lutero, rifacendosi ad Agostino, quello di Ippona, definiva “Lo sterco del Demonio”. Alcuni di noi, pare, ne sono rimasti imbrattati, e non solo nelle mani. Il conforto che ti portava l’aver 18 anni quando andavi a Punta Giglio in lieta compagnia, accompagnato da birre ed altri “generi di conforto”, comportava, presumo, anche farla fuori dal vaso, visto che a quel tempo, diversamente da ora, a Punta Giglio vasi non ce n’erano. Luogo di contraddizioni Punta Giglio, oggi come allora: al tepore del pomeriggio prossimo al crepuscolo “arrivava il profumo di ginepri e macchia”. Ma si confondeva col “tanfo di escrementi che si accumulavano anno dopo anno, nell’incuria solita” (nessuno di voi privilegiati diciottenni è stato responsabile dell’accumulo?). Scrivi: “attualmente il sito è stato annesso al sistema parchi”. Perché questa superficialità, questa sciatteria nel trattare il tema ambientale nello specifico di un luogo prezioso per la comunità umana che lo circonda e per le sue particolarità floro-faunistiche? Perché vellicare le “pruderie” dei commentatori anti “talebani dell’ambientalismo”? È Parco perché fa parte del Parco Naturale di Porto Conte, non parco autovetture, non parco divertimenti, non parco giochi, non parco buoi (per usare il lessico della Borsa, che tu da ex bancario ben conosci). È “Zona protetta da disposizioni speciali per la conservazione del paesaggio e delle specie selvatiche” (cit.). Fino a qualche tempo fa ci si poteva andare a piedi (“da Porto Conte sono circa 3 km”) o in bici senza pagare un biglietto e soprattutto senza scontrarsi con le attività predatorie di chi ha inteso “valorizzare”, “mettere a frutto”, costituire profitto, privatizzare un bene della e per la comunità. Ora mi si è squarciato il cielo gonfio di nubi grigie che mi offuscavano il pensiero, a sapermi parte di quella “moltitudine di prefiche ideologiche”, tutta tesa a coltivare “odio parossistico e cieco” verso le “oscure manovre di affaristi milanesi”!! Non sapevo che i miei sodali del Comitato per Punta Giglio Libera fossero identificabili in fronti indipendentisti, frazioni dell’armata rossa, loschi figuri delle Brigate Rosso-Verdi. Credevo fossero, tra gli altri, illustri conoscitori della fauna, studiosi di botanica, di eco-sistemi, docenti di Università, giuristi versati nel diritto amministrativo e internazionale che sanno interpretare le normative europee a proposito di ambiente e invece…….

Ma ora mi sento consolato: so che anche Franceschini (Franceschini, dico, hai presente quel luminare del diritto e profondissimo cultore delle scienze ambientali, Franceschini) “confermò il diritto degli aggiudicatari”; e come non bastasse, per aiutarmi a capire le dinamiche etico-politiche ed economiche dell’operazione, scopro che l’intero investimento per la “struttura accogliente e funzionale che produce reddito (per chi?) e che dà lavoro ai volenterosi, rifiutati come guardie del parco e accolti come inventori di cocktail e autisti di bus navetta per camminatori stanchi e avanti in età, è stato assicurato da Banca Etica. Un marchio di qualità PD, non brigatisti rossi.

Guarda come siamo ridotti da ex bancari: a discettare se sia più profittevole cagare sterco o cagare cemento davanti a un tramonto d’incanto col fischio delle berte maggiori!!