Le contraddizioni: letterina ad un amico confuso

Le contraddizioni: letterina ad un amico confuso

Caro Paolo, la sorte ha destinato me, te e molti altri a lavorare per lungo tempo con la materia che Martin Lutero, rifacendosi ad Agostino, quello di Ippona, definiva “Lo sterco del Demonio”. Alcuni di noi, pare, ne sono rimasti imbrattati, e non solo nelle mani. Il conforto che ti portava l’aver 18 anni quando andavi a Punta Giglio in lieta compagnia, accompagnato da birre ed altri “generi di conforto”, comportava, presumo, anche farla fuori dal vaso, visto che a quel tempo, diversamente da ora, a Punta Giglio vasi non ce n’erano. Luogo di contraddizioni Punta Giglio, oggi come allora: al tepore del pomeriggio prossimo al crepuscolo “arrivava il profumo di ginepri e macchia”. Ma si confondeva col “tanfo di escrementi che si accumulavano anno dopo anno, nell’incuria solita” (nessuno di voi privilegiati diciottenni è stato responsabile dell’accumulo?). Scrivi: “attualmente il sito è stato annesso al sistema parchi”. Perché questa superficialità, questa sciatteria nel trattare il tema ambientale nello specifico di un luogo prezioso per la comunità umana che lo circonda e per le sue particolarità floro-faunistiche? Perché vellicare le “pruderie” dei commentatori anti “talebani dell’ambientalismo”? È Parco perché fa parte del Parco Naturale di Porto Conte, non parco autovetture, non parco divertimenti, non parco giochi, non parco buoi (per usare il lessico della Borsa, che tu da ex bancario ben conosci). È “Zona protetta da disposizioni speciali per la conservazione del paesaggio e delle specie selvatiche” (cit.). Fino a qualche tempo fa ci si poteva andare a piedi (“da Porto Conte sono circa 3 km”) o in bici senza pagare un biglietto e soprattutto senza scontrarsi con le attività predatorie di chi ha inteso “valorizzare”, “mettere a frutto”, costituire profitto, privatizzare un bene della e per la comunità. Ora mi si è squarciato il cielo gonfio di nubi grigie che mi offuscavano il pensiero, a sapermi parte di quella “moltitudine di prefiche ideologiche”, tutta tesa a coltivare “odio parossistico e cieco” verso le “oscure manovre di affaristi milanesi”!! Non sapevo che i miei sodali del Comitato per Punta Giglio Libera fossero identificabili in fronti indipendentisti, frazioni dell’armata rossa, loschi figuri delle Brigate Rosso-Verdi. Credevo fossero, tra gli altri, illustri conoscitori della fauna, studiosi di botanica, di eco-sistemi, docenti di Università, giuristi versati nel diritto amministrativo e internazionale che sanno interpretare le normative europee a proposito di ambiente e invece…….

Ma ora mi sento consolato: so che anche Franceschini (Franceschini, dico, hai presente quel luminare del diritto e profondissimo cultore delle scienze ambientali, Franceschini) “confermò il diritto degli aggiudicatari”; e come non bastasse, per aiutarmi a capire le dinamiche etico-politiche ed economiche dell’operazione, scopro che l’intero investimento per la “struttura accogliente e funzionale che produce reddito (per chi?) e che dà lavoro ai volenterosi, rifiutati come guardie del parco e accolti come inventori di cocktail e autisti di bus navetta per camminatori stanchi e avanti in età, è stato assicurato da Banca Etica. Un marchio di qualità PD, non brigatisti rossi.

Guarda come siamo ridotti da ex bancari: a discettare se sia più profittevole cagare sterco o cagare cemento davanti a un tramonto d’incanto col fischio delle berte maggiori!!

Le contraddizioni: letterina ad un amico confuso

XXIma edizione di Monumenti Aperti di Alghero

Punta Giglio Libera ha partecipato quest’anno a Monumenti Aperti presso lo stagno del Calich: ecco alcune testimonianze e immagini del 13 e 14 maggio scorsi:


Lo slogan dell’edizione 2023 di Monumenti Aperti è stato “Pratiche di meraviglia”.
Quale migliore occasione per affermare che la NATURA è un meraviglioso Monumento a disposizione di Alghero e ribadire che la NATURA è il principale motivo perché Alghero attrae tanti visitatori?

Abbiamo quindi raccolto l’invito a partecipare all’incontro con la popolazione, organizzato dalla Fondazione Alghero, proponendo l’Associazione Punta Giglio Libera per presidiare il Monumento Stagno del Calich.

Con la disponibilità e l’impegno di diversi iscritti e simpatizzanti siamo riusciti a garantire il presidio e la fruizione dell’area birdwatching del Calich lungo il Viale Burruni, accompagnando i visitatori a conoscere la storia e le meraviglie naturali del Calich.

Grazie alla disponibilità del biologo ambientalista Toni Torre, di Francesco Guillot (responsabile Regionale della LIPU) e di Gabriella sono state messe a disposizione dei visitatori tre postazioni attrezzate con cannocchiali per l’avvistamento delle specie che popolano lo stagno e con il loro qualificato apporto si è aggiunto valore alla due giorni di presenza al Calich, contribuendo significativamente ad arricchire i racconti di storia e caratteristiche dello stagno e del Parco di Porto Conte, del quale lo stagno fa parte.

Abbiamo avuto inoltre la presenza di Ferruccio Caneo, presidente dell’Associazione pescatori dello stagno del Calich che, accogliendo il nostro invito, ha raccontato alcune vicende poco conosciute della vita e delle attività specifiche dello stagno.

L’auspicio è che la nostra associazione riesca a replicare (e magari a migliorare) la presenza e l’impegno anche per le prossime edizioni di Monumenti Aperti.

Andrea


La XXI edizione di Monumenti Aperti di Alghero quest’anno si è arricchita della partecipazione e disponibilità dell’Associazione Punta Giglio Libera, che si è proposta per illustrare ai visitatori la bellezza dello Stagno del Calich con i suoi MONUMENTI NATURALI – flora e fauna.
L’impegno è stato facilitato dall’importanza del sito, di grande interesse naturale – soprattutto riguardo l’avifauna, e anche dalla esposizione delle particolarità del luogo, magari non completamente esaustiva, da parte dei nostri soci. In compenso, agli orari previsti, sono stati presenti noti esperti del settore (dott.Guillot e dott.Torre) ed il presidente della Cooperativa Pescatori del Calich, che hanno risposto alle curiosità dei più esigenti. Abbiamo potuto divulgare i contenuti della giornata anche a visitatori stranieri che, numerosi, hanno chiesto delucidazioni e che sono stati soddisfatti dalle nostre socie poliglotte.
Il tempo è stato piacevole ed ha favorito la passeggiata nel giardino, soprattutto durante i pomeriggi, dei visitatori.
Unica, particolare osservazione: molti, troppi, cittadini algheresi non sapevano neanche dell’esistenza di questo meraviglioso giardino naturale all’interno del territorio comunale.
In effetti, il luogo non è ben segnalato e, soprattutto, è difficilmente raggiungibile in macchina, ed, essendo possibile parcheggiare solo sul lato opposto alla riva dello stagno, è necessario attraversare il Viale Burruni, dove le auto, nonostante i divieti, transitano ad elevata velocità.
Un nostro socio, Andrea, si è improvvisato “parcheggiatore” ed ha aiutato i visitatori ad attraversare in relativa sicurezza.
Seguono foto dei momenti salienti della giornata, soprattutto quelli con gli specialisti e le osservazioni con i cannocchiali messi a disposizione dalla LIPU.

Licia


Il 13 e il 14 maggio li ho passati al Calich per Monumenti Aperti, chiacchierando con tanta gente del poco che so su questo stagno retrodunale ed imparando cose nuove da persone molto più esperte di me. È stato faticoso, interessante e divertente.
Lo stagno è bellissimo, anche in questa stagione che non è la migliore per l’osservazione degli uccelli. Una piccola oasi in città, da conoscere e proteggere.
Il nome Calich probabilmente viene dalla forma a calice o forse dal nome della parte finale delle peschiere, che rifornivano di pesce gli algheresi anche quando il mare era agitato.
Il presidente della cooperativa pescatori, il signor Caneo, ci ha detto che lo stagno è ancora molto ricco di sgombri, orate, spigole etc. e dà lavoro a sette famiglie di pescatori, ma si potrebbe fare di più. Pare che da qualche anno sia presente un’alga collosa, che si appiccica alle reti ed è difficilissima da staccare, tanto da costringere i pescatori a cambiare le reti ogni pochi mesi.
L’acqua è salmastra, un canale all’altezza del ponte di Fertilia mette lo stagno in comunicazione col mare e fa entrare acqua salata. Molta acqua dolce arriva dal rio Barca e dai suoi affluenti Filibertu, Sassu e Serra. Altra acqua dolce arriva dal collettore della Nurra, 420 km quadrati di bacino imbrifero che dal tempo delle bonifiche negli anni ’30 e ’80 del Novecento rende variabile la salinità dello stagno, tra periodi piovosi e no.
Nella bonifica degli anni ’80 sono stati rettificati i bordi dello stagno, distruggendo habitat importanti per la nidificazione e la pastura dell’avifauna; ora pian piano la zona si sta rinaturalizzando.
Poi c’è il depuratore di Alghero, altra acqua dolce che, se sottoposta a fitodepurazione, potrebbe essere utilizzata in agricoltura, invece va ad arricchire di nutrienti lo stagno, in cui specie quando fa caldo, si sviluppano molte alghe che si riversano in mare con la marea e deviate verso Maria Pia ed il lido dai moli del porto di Fertilia causano la famigerata marea gialla. Con la bassa marea, il dottor Guillot ci ha fatto notare degli strani piccoli isolotti, costruiti dagli esoscheletri delle colonie di mercerelle, vermi di origine australiana arrivati nel Mediterraneo con le acque di sentina delle navi. Molto infestanti, sono capaci di costruire veri sbarramenti. Ho fatto notare a tutti coloro con cui ho parlato un bel tratto del perfetto muretto a secco che delimitava l’antica strada del Calich, realizzata probabilmente tagliando le pietre da alcuni affioramenti di roccia calcarea presenti vicino allo stagno.
Presenti ovunque tracce di cinghiali, vere e proprie arature.
Molti pini sono abbattuti al suolo o pendono nell’acqua ai bordi dello stagno, a causa del vento e dei parassiti; li lasciano lì come riparo per pesci e uccelli, ma a me fanno un po’ paura: gli incendi sono un pericolo anche vicino all’acqua.

Mariangela