
Maria Antonietta Alivesi: intervento per la presentazione del libro di Carlo Mannoni ad Alghero
Ritornerà il posto del cuore, quell’angolo di Paradiso?
Dieci anni prima dell’istituzione del Parco di Porto Conte i ragazzi di una terza media riassumevano la loro
esperienza di studio pluridisciplinare in documento dal titolo “Punta Giglio, un angolo di paradiso”. Era il
1991.
Aiutati dagli esperti fecero un’analisi precisa, ovviamente adeguata alla loro età, della storia, della geologia,
della flora e della fauna e su quale economia poteva svilupparsi nel Compendio di Punta Giglio.
Il luogo che fino ad allora i ragazzi avevano vissuto con la spensieratezza di chi fa una gita fuori porta o con
la responsabilità di chi fa un bivacco in un’uscita con gli scout, acquisisce una valenza inaspettata: il valore
della protezione e della valorizzazione che ha come unico scopo preservare il bene per le generazioni future.
Le loro proposte sono illuminanti: mantenere i processi ecologici essenziali ed i sistemi che sostengono gli
equilibri naturali necessari alla vita quali la protezione del suolo; salvaguardare la diversità genetica;
assicurare l’utilizzo razionale degli ecosistemi.
Propongono l’istituzione di una riserva naturale che miri alla conservazione ed allo stesso tempo alla
valorizzazione di uno dei luoghi più interessati della Sardegna nord – occidentale; l’assunzione di personale
specializzato, attraverso la frequenza di corsi finanziati dalla Regione o dal Comune; oppure affidare la sua
gestione a cooperative di giovani, con positivi riflessi sulla popolazione locale.
Creare, sotto la radura delle conifere, delle aree attrezzate per piacevoli pic-nic, per rendere più gradevole la
permanenza dei turisti; ristrutturare le costruzioni già esistenti, adibendole in primo luogo ad ufficio
informazioni, a sala di proiezione per stimolare l’attenzione e l’interesse dei giovani visitatori; a piccolo
museo botanico e faunistico, e perché no, anche storico, per quegli avvenimenti che hanno coinvolto la zona
come teatro di guerra; infine ad uno spartano, ma decoroso, posto di ristoro che soddisfi le piccole esigenze
dei turisti.
Trent’anni dopo, gli alunni di allora, ormai quarantenni, con amarezza osservano quello che è lo stato attuale
del loro posto del cuore: privatizzazione delle strutture militari, accessi a pagamento, trenini che percorrono
la carrareccia con grossi svantaggi per chi la percorre a piedi dovendo subire nuvoloni di polvere ad ogni
passaggio dei mezzi che trasportano turisti. Bar e ristorante aperti per tutto il giorno e gran parte della notte,
e presenza di camere per il pernottamento.
Chiedo a Carlo, cosa possiamo aspettarci nel futuro prossimo? Fermo restando che per Punta Giglio Libera la
lotta continua.